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Bullismo: cos'è, come si manifesta, cause, come difendersi

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| Phersei | Investigazioni Private

 

Cenni sul fenomeno del bullismo

Il bullismo è una relazione di abuso di potere, dove si manifestano tutta una serie di azioni prevaricatorie e prepotenti in maniera ripetitiva. Spesso, a esserne vittime, sono ragazzi che non riescono a difendersi da soli. Le continue vessazioni, dovute a un evidente squilibrio di forze tra i bulli e la vittime, si verificano all’interno di un contesto di gruppo. Da notare che, in genere, sono presenti anche terze persone che non prendono mai posizione al riguardo. Esistono vari tipi di bullismo: vi è quello fisico, quello psicologico, quello verbale. Inoltre, vi è il cyberbullismo che si manifesta online, spesso tramite i social network. Scherzi, aggressioni, risse, azioni che a lungo andare possono portare a estorsioni di denaro e danneggiamenti degli oggetti personali sono purtroppo episodi che si ripetono sempre più spesso.

Talvolta, questi vengono ripresi con la videocamera dello smartphone e messi online per umiliare le vittime. Capitolo a parte lo merita il bullismo femminile, le cui modalità il più delle volte consistono in ripetitive prese in giro, maldicenze e esclusioni dal gruppo. Il bullismo si manifesta in varie modalità. Vi sono azioni intenzionali, perché i bulli mirano a offendere, a vessare e a danneggiare le vittime, emarginandole dal gruppo. I comportamenti sono reiterati nel tempo mediante condotte persecutorie. La disparità di forze tra bulli e vittime fa sì che le seconde non possano sottrarsi alle angherie dei primi. Ciò porta all’isolamento dei soggetti più deboli, generalmente troppo timorosi per chiedere aiuto.  

Cortometraggio sul bullismo dal canale YouTube dell'Arma dei Carabinieri

 

Quali sono le cause del bullismo?

Le possibili cause all’origine del bullismo hanno una natura eterogenea, visto che hanno a che fare con dinamiche di gruppo e con aspetti individuali: l’educazione ricevuta in casa e a scuola, il carattere dei bulli e delle vittime, gli stereotipi provenienti dai mezzi di comunicazione, il contesto sociale e i modelli familiari incidono in un modo o nell’altro. In particolar modo, il ruolo dei genitori gioca un ruolo spesso decisivo: comportamenti troppo severi, dove spesso si ricorre a punizioni fisiche, fanno sì che i figli vedano nella violenza la via più breve per veder rispettate le loro regole. Analogamente, modelli genitoriali dove viene lasciata troppa libertà fanno sì che i figli non percepiscano più quali siano i comportamenti consentiti. Di conseguenza, prepotenze e prevaricazioni finiscono per diventare la norma.

Altra causa del bullismo riguarda i sistemi di valori trasmessi nel contesto famigliare: nelle famiglie dei bulli, i valori della vita spesso sono maggiormente incentrati sull’egoismo e sull’individualismo; all’opposto, nelle famiglie delle vittime, vengono premiati valori come altruismo e solidarietà. Spesso, a essere presi di mira nelle scuole, sono gli studenti con rendimento distinto. L’intenzione dei bulli di voler prevaricare su di loro è quella di volersi mettere a tutti i costi in evidenza, di ricevere approvazione all’interno del loro gruppo. Con il potere e con il dominio su chi non è in grado di difendersi, ottengono gratificazione nel gruppo di appartenenza. Spesso, i disturbi di condotta hanno origine da un ambiente familiare inadeguato, dove si prova gusto a contravvenire le norme. Ecco spiegato il motivo di questa sorta di astio nei confronti del contesto sociale.

Evidenti difficoltà empatiche contraddistinguono sia i bulli sia le vittime: i primi non notano la sofferenza causata dai loro atteggiamenti; le seconde non reagiscono e non denunciano l’accaduto per scarse capacità relazionali nei confronti dei loro compagni. Infine, sul bullismo incide anche l’interpretazione errata dei comportamenti violenti, intesi come semplici scherzi, e la concezione sbagliata che quanto accaduto non sia così grave, perché oramai lo fanno praticamente tutti. Puoi approfondire questa delicata tematica leggendo l'intervista ad un esperto di bullismo, il Dott. Oliviero Facchinetti, psicologo e psicoterapeuta.  

Come difendersi dal bullismo?

Il bullismo non va sottovalutato, perché arreca traumi che rimangono impressi nella memoria delle vittime delle violenze. Occorre sapersi difendersi da quella che è a tutti gli effetti una piaga sociale. In primo luogo, i bulli sono in genere i primi a essere insicuri. Prendono di mira chi è da solo. Ragion per cui è bene integrarsi nel gruppo, anche perché il motto "l’unione fa la forza" è assolutamente veritiero. Aiutare le vittime dei soprusi è sempre cosa buona e giusta. Inoltre, è bene staccarsi dai bulli. Ciò vuol dire prendere altre strade, non frequentare gli stessi ambienti e lasciarsi circondare dalle persone fidate. A fronte di vessazioni ripetitive, è opportuno mettere in imbarazzo i bulli, facendo notare loro quanto le loro azioni siano da condannare. Mostrando loro una certa superiorità, le prepotenze finiranno. Il problema poi va denunciato agli adulti. 

Che si tratti di un genitore o di un insegnante, è bene informare sempre chi di dovere. Mai inoltre farsi vedere in preda al panico o arrabbiarsi. Ignorare e mantenere la calma è la migliore risposta per fare annoiare chi compie prepotenze. In casi più problematici, difenditi al meglio dalle prepotenze dei bulli, può essere necessario richiedere l'intervento di  un’agenzia investigativa, nonché la soluzione più efficace. In qualità di esperti in materia, gli investigatori privati raccolgono prove certe per poter prendere severi provvedimenti contro gli atti di bullismo, tutelando al meglio le vittime e assicurando loro incolumità.  

 

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