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Licenziamento del dipendente per malattia: quando è possibile?

licenziamento per malattia
| Luca Lampis | Investigazioni Aziendali

Il dipendente in malattia può essere licenziato?

La cosiddetta malattia del dipendente è un diritto sancito dal Codice Civile (art. 2110) e permette una sospensione del rapporto lavorativo a fronte di una indisposizione dello stesso.

In questo arco temporale il dipendente ha il diritto al mantenimento del posto, oltre a ricevere un particolare trattamento economico mediante l'INPS, il quale potrebbe essere di tipo diretto oppure attraverso il datore di lavoro.

Esiste tuttavia un arco temporale stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) di giorni che il dipendente può richiedere per malattia. Tale arco è anche detto periodo di comporto.

Nel caso in cui il dipendente dovesse rimanere assente dal lavoro per più di questi giorni, il licenziamento può avvenire in tronco anche senza giusta causa.

Tuttavia, rimangono comunque presenti anche altre casistiche per le quali il datore di lavoro può avere diritto al licenziamento del proprio dipendente anche durante il periodo di malattia concesso dal CCNL.

Quando è possibile licenziare il dipendente in malattia

Vale la pena ricordare, a tal proposito, che anche se in malattia il dipendente è soggetto a mantenere una certa condotta, oltre a dover sottostare ad alcuni obblighi.

In primis, secondo i termini del CCNL deve comunicare al proprio datore di lavoro la sua assenza corredata dal numero di protocollo del certificato telematico, il quale è stato a sua volta comunicato dal medico del lavoro. In alternativa si deve premunire a consegnarlo per via postale all'INPS entro un paio di giorni dalla data di rilascio.

Un primo caso che consente al datore di lavoro il licenziamento durante la malattia è dato da una condotta prima della malattia, per esempio andando incontro a gravi violazioni del contratto di lavoro o della Legge. Il provvedimento ha effetto quindi anche se il dipendente si è messo in malattia.

Può anche succedere che il dipendente non mantenga una condotta esemplare anche durante il periodo di malattia. Si fa riferimento infatti a un comportamento tenuto dallo stesso tale da non facilitare il decorso della malattia, o perfino tale da portarne un aggravamento.

Ma non solo, potrebbe anche succedere che il dipendente svolga altre attività lavorative durante il periodo, fornendo magari un certificato medico non originale.

In altre parole, se il dipendente si rende colpevole di una condotta diversa da quella che richiederebbe lo stato di malattia (favorire la guarigione in tempi brevi o lo svolgimento di altre attività nel mentre) va incontro al possibile e legittimo licenziamento per il non rispetto del contratto di lavoro.

Cosa si intende per finta malattia?

Ci sono delle casistiche che possono essere definite come finta malattia. Il dipendente infatti, come accennato poc'anzi, potrebbe fornire al datore di lavoro un certificato fasullo, e quindi rimanere a casa in ottima salute e svolgere altre attività, lavorative e non.

Per esempio potrebbe decidere di andare in vacanza o ancora svolgere un ulteriore lavoro durante tale periodo.

Un altro comportamento che può condurre alla falsa malattia è l'assenza durante le normali visite fiscali condotte dal medico INPS, che quindi danno atto che il dipendente sia in buona salute dato che non è presente al proprio domicilio.

Tutte queste condizioni vanno contro a quanto solitamente incluso nel contratto lavorativo, in particolare relativamente alla condotta seria e puntuale, e come tali danno diritto al datore di lavoro di poter procedere con il licenziamento.

La finta malattia è un illecito, e quindi risulta essere una valida motivazione di licenziamento.

Il dipendente ha comunque il diritto di fare ricorso contro il licenziamento. In questo caso quindi si dovrà passare attraverso una disputa legale. Il dipendente infatti potrebbe appellarsi a una specifica sentenza, la numero 23674 del 28 luglio 2022, la quale considera nullo il licenziamento per malattia durante il periodo di comporto.

Se però il datore è in grado di provare che l'assenza sia per finta malattia, tali giustificazioni decadono automaticamente.

Come dimostrare la finta malattia

Affinché il datore di lavoro possa procedere in tal modo, però, deve essere in possesso di prove concrete che attestano la finta malattia del dipendente.

A tale scopo potresti servirti di un investigatore privato, il quale tenendo traccia dei movimenti del dipendente potrebbe procurarti le prove necessarie per poi procedere al licenziamento.

Tale pratica è legittima, e ogni datore di lavoro può quindi decidere di procedere se nota dei comportamenti che destino sospetto.

Per approfondire: L’investigatore privato può controllare un dipendente?

Il primo segnale d'allarme potrebbe verificarsi con ripetute irreperibilità durante la visita del medico del lavoro, e quindi metterti in dubbio riguardo l'effettiva malattia del dipendente.

L'investigatore privato, in questo caso, risulta fondamentale in quanto attiverà tutta una procedura di pedinamento con la produzione di prove fotografiche e video, ma anche con possibili testimonianze comprovanti la condotta irregolare del dipendente.

In caso di ricorso del lavoratore, poi, tali prove possono essere tranquillamente usate in sede legale.

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