Criminal Profiling: cos'è, fasi e a cosa serve

Il criminal profiling, noto anche come profilazione criminale, è una tecnica investigativa che ha l’obiettivo di fornire un supporto strategico alle forze dell’ordine durante le indagini.
A differenza di quanto spesso ritratto in film e serie TV, il criminal profiling non è una “scorciatoia” per identificare immediatamente un colpevole, ma piuttosto uno strumento analitico che aiuta a indirizzare le risorse investigative verso i sospetti più probabili.
La sua funzione principale è quella di elaborare un profilo psico-comportamentale dell’autore di un crimine (detto “unsub”), in base alle tracce comportamentali e psicologiche lasciate sulla scena del crimine. Questo profilo aiuta a restringere la rosa dei sospetti, focalizzando l'attenzione su individui con determinati tratti psicologici e comportamentali, ma non fornisce alcuna certezza circa l’identità del colpevole.
La profilazione si distingue dalla ricostruzione della scena del crimine, che si concentra esclusivamente sulle prove fisiche, come impronte digitali, tracce biologiche, armi, etc. Il profiling, al contrario, cerca di rispondere al "perché" e al "chi" del crimine, analizzando le motivazioni psicologiche che stanno dietro al comportamento criminale e, da lì, inferring le caratteristiche psicologiche e comportamentali dell'autore.
Per applicare correttamente il criminal profiling, è essenziale che gli operatori del settore comprendano sia i punti di forza che i limiti della tecnica, inquadrandola correttamente come uno strumento complementare, ma non sostitutivo, delle indagini scientifiche tradizionali.
Indice dei contenuti
- Obiettivi, Applicazioni e Limiti del Profiling
- Fasi del criminal profiling
- Fase 1: Input del Profilo (Raccolta delle Informazioni)
- Fase 2: Modelli di Processo Decisionale (Organizzazione delle Informazioni)
- Fase 3: Valutazione del Crimine (Ricostruzione Comportamentale)
- Fase 4: Elaborazione del Profilo Criminale
- Fase 5: Supporto all'Investigazione
- Fase 6: Supporto alla Cattura e all'Interrogatorio
- Tecniche analitiche fondamentali nel criminal profiling
Obiettivi, Applicazioni e Limiti del Profiling
Il principale obiettivo del criminal profiling è quello di orientare l’indagine investigativa, restringendo il campo dei sospetti sulla base di un'analisi comportamentale approfondita. L’analisi mira a produrre un ritratto psico-comportamentale dell’autore ignoto, che include dettagli demografici (età, sesso, livello socioeconomico, etc.) e psicologici (tratti della personalità, disturbi psichiatrici, etc.), nonché dettagli relativi al modus operandi (MO) e alla firma del crimine.
Tuttavia, il profiling presenta limiti intrinseci. Tra questi, il più importante è che non può fornire dati precisi come un indirizzo, un numero di telefono o una foto del sospettato. Inoltre, la tecnica può essere vulnerabile alla "tunnel vision", un fenomeno che può indurre gli investigatori a concentrarsi eccessivamente su una sola ipotesi investigativa, trascurando altre piste potenzialmente valide.
Per questo motivo, il profiling deve essere considerato un’ipotesi di lavoro, non un punto di arrivo.
Inoltre, l’applicazione del profiling è tradizionalmente riservata a crimini violenti e seriali, come omicidi seriali, stupri, piromania e crimini rituali, che tendono a lasciare tracce comportamentali ricche e coerenti nel tempo. Tuttavia, in contesti come quello italiano, dove i crimini seriali sono meno frequenti, l'applicazione del profiling è più limitata e deve essere ampliata ad altri tipi di crimini, come gli omicidi singoli e crimini economici.
Il Profiling nel Contesto Giuridico e Operativo Italiano
In Italia, l’approccio al criminal profiling è stato adattato e regolato in modo critico rispetto al modello statunitense. La profilazione criminale, purtroppo, non ha lo stesso ampio riconoscimento istituzionale che ha negli Stati Uniti, dove è una pratica consolidata da decenni, soprattutto grazie alla Behavioural Science Unit (BSU) dell'FBI.
In Italia, l’impiego del profiling è disciplinato da un quadro normativo rigoroso che regola il suo uso. Secondo l’articolo 220 del Codice di Procedura Penale (c.p.p.), la profilazione può essere utilizzata solo nelle indagini preliminari quando il crimine è stato commesso da un autore ignoto, e non può essere utilizzata in fase di processo. Questa restrizione limita l’utilizzo della tecnica, facendone uno strumento utile solo nella fase iniziale delle indagini.
La figura del criminal profiler in Italia non è formalmente istituzionalizzata come una professione a sé stante, ma viene ricoperta principalmente da esperti interni alle forze di polizia, come psicologi, criminologi e altri specialisti con esperienza sul campo.
A differenza degli Stati Uniti, dove il profiler ha un ruolo distintivo e specializzato, in Italia il profiler svolge un ruolo complementare all’interno delle indagini, senza l’aura di "super detective" che spesso viene attribuita ai profiler americani.
Fasi del criminal profiling
Il processo di profiling elaborato dall'FBI è strutturato in 6 fasi che aiutano gli investigatori a ridurre la lista dei sospetti e a indirizzare meglio le indagini.
Sebbene le critiche al modello dell'FBI siano numerose, il suo approccio rimane il riferimento principale a livello globale.
Fase 1: Input del Profilo (Raccolta delle Informazioni)
Questa è la fase iniziale del processo di criminal profiling, ed è quella che getta le basi per tutta l'analisi successiva. Durante questa fase, vengono raccolte tutte le informazioni disponibili sulla scena del crimine, comprese fotografie, rapporti autoptici, testimonianze, rapporti di polizia e analisi vittimologica. È cruciale che, in questa fase, il profiler non venga informato sui possibili sospetti, in quanto ciò potrebbe contaminare il processo analitico.
Il rischio di contaminazione del dato è uno dei limiti principali del profiling, e per questo motivo la fase di input deve essere condotta con grande attenzione e senza pregiudizi.
Fase 2: Modelli di Processo Decisionale (Organizzazione delle Informazioni)
Una volta raccolte le informazioni, la fase successiva consiste nell'organizzare i dati grezzi per rispondere alle domande chiave dell’indagine. In questa fase, si cerca di dare ordine ai fatti, stabilendo la natura del crimine, le motivazioni dell’aggressore, e i comportamenti dell’offender. Si stabiliscono anche le caratteristiche della vittima, il livello di rischio corso, e la sequenza temporale degli eventi. Questo processo aiuta a formulare la criminodinamica, ovvero la ricostruzione della sequenza degli atti compiuti prima, durante e dopo il crimine.
Fase 3: Valutazione del Crimine (Ricostruzione Comportamentale)
Questa fase è la più centrale del processo di criminal profiling. Il profiler tenta di ricostruire l’interazione tra la vittima e l’aggressore, analizzando i comportamenti lasciati sulla scena del crimine. L’ipotesi di base è che ogni crimine, nella sua modalità di esecuzione, rifletta la personalità e le fantasie dell’autore. A partire da questi indizi, il profiler inizia a delineare le caratteristiche psicologiche e comportamentali dell’offender.
In questa fase, si applicano anche modelli psicologici, come la dicotomia organizzato/disorganizzato, che aiuta a classificare gli autori di crimini. Tuttavia, è fondamentale comprendere che questa classificazione è stata oggetto di numerose critiche, poiché spesso le scene del crimine mostrano caratteristiche miste e non sempre si adattano perfettamente a queste categorie.
Fase 4: Elaborazione del Profilo Criminale
Questa fase rappresenta la sintesi di tutte le analisi precedenti. Il profiler crea un profilo psico-comportamentale del sospetto, delineando dettagli come il sesso, l'età, la storia lavorativa, la situazione familiare e le caratteristiche psicologiche. Inoltre, il profilo include anche i tratti di personalità, eventuali disturbi psicologici e il comportamento dell'aggressore durante l'interrogatorio. Questo profilo aiuterà gli investigatori a ridurre la lista dei sospetti, concentrandosi su individui che corrispondono alle caratteristiche delineate.
Fase 5: Supporto all'Investigazione
Il profilo generato viene poi formalizzato in un rapporto scritto e consegnato agli investigatori. Questo documento è una guida strategica che indirizza le indagini, suggerendo quali sospetti siano più probabili sulla base delle caratteristiche psicologiche delineate. In questa fase, il profiling diventa uno strumento operativo che aiuta gli investigatori a concentrarsi su piste più promettenti, ma senza sostituire le indagini scientifiche tradizionali.
Fase 6: Supporto alla Cattura e all'Interrogatorio
La fase finale del processo di criminal profiling si concentra sull’identificazione del sospetto e sul suo interrogatorio. Le informazioni psicologiche ricavate dal profilo sono fondamentali per definire la strategia di interrogatorio. Ad esempio, un soggetto che rispecchia il profilo di un criminale organizzato potrebbe necessitare di un approccio basato sul suo ego, mentre un criminale disorganizzato potrebbe essere più suscettibile a un interrogatorio che sfrutti il senso di colpa.
Tecniche analitiche fondamentali nel criminal profiling
Analisi della Vittimologia e Autopsia Psicologica
Una delle componenti più critiche del profiling è l’analisi della vittima, che aiuta a comprendere il motivo per cui quella specifica persona è stata scelta dall’aggressore. Questa tecnica, nota come vittimologia, è fondamentale per comprendere la criminogenesi e il movente dietro il crimine. L'autopsia psicologica è una tecnica che, come una vera e propria "autopsia" medica, cerca di scoprire le ragioni psicologiche dietro la selezione della vittima, esplorando la sua vita, le sue abitudini e le sue interazioni.
Analisi del Collegamento (Linkage Analysis)
Il linkage analysis è fondamentale per connettere crimini che presentano somiglianze comportamentali, ma che non possono essere legati da prove fisiche dirette. L’analisi si basa sullo studio di comportamenti simili tra crimini, come il modus operandi e la firma, per determinare se un autore seriale è dietro a una serie di crimini.
Profilazione Geografica
La profilazione geografica studia la dimensione spaziale dei crimini, con l’obiettivo di determinare la base operativa del criminale. Questa tecnica non fornisce un indirizzo preciso, ma aiuta a restringere il campo delle indagini a una zona geografica più circoscritta, analizzando la comfort zone e la buffer zone dell'aggressore.
Conclusione
Per concludere, il criminal profiling è uno strumento utile per orientare le indagini, ma deve essere usato con cautela e consapevolezza dei suoi limiti.
Le raccomandazioni finali per un utilizzo efficace sono:
-
Considerare il profiling come un’ipotesi di lavoro.
-
Evitare il tunnel vision e rimanere aperti a nuove piste investigative.
-
Integrare il profiling con altre tecniche investigative tradizionali e scientifiche.
-
Essere consapevoli dei bias cognitivi durante l'interpretazione dei dati.
Il profiling ha un enorme potenziale, ma solo se usato come complemento alle indagini tradizionali, mantenendo sempre un approccio rigoroso e integrato.
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