Know-how aziendale: come tutelarlo tra prevenzione, investigazioni e tutela penale
Il know-how aziendale rappresenta uno degli asset più rilevanti – e al tempo stesso più vulnerabili – per qualunque impresa strutturata. Processi interni, metodi operativi, strategie commerciali, dati su clienti e fornitori, soluzioni tecniche sviluppate nel tempo: elementi che raramente compaiono a bilancio, ma che incidono in modo diretto sul vantaggio competitivo.
Nel contesto attuale, caratterizzato da elevata mobilità del personale, digitalizzazione spinta e concorrenza aggressiva, la tutela del know-how non può più essere affidata a logiche “difensive” o meramente formali. Serve un approccio integrato, capace di coniugare prevenzione organizzativa, strumenti legali e – quando necessario – attività investigative specialistiche, in grado di produrre prove utilizzabili in sede giudiziaria.
Indice dei contenuti
- Cos’è il know-how aziendale e perché ha un valore strategico
- I requisiti giuridici per la tutela del know-how
- La prevenzione come presupposto di ogni tutela
- Tutela civile del know-how e strumenti d’urgenza
- La tutela penale del know-how: un perimetro più ampio
- Investigazioni e tutela del know-how: il ruolo decisivo della prova
- Storno di dipendenti e sottrazione del know-how
- Investigazioni, compliance e prova della segretezza
- Come l'agenzia investigativa Phersei può supportare la tutela del know-how aziendale
- Raccolta di prove in caso di sospetta sottrazione o divulgazione non autorizzata
- Indagini informatiche e forensi sui dispositivi digitali
- Verifica di comportamenti anomali o sleali in azienda
- Indagini di sicurezza e intelligence interna
- Supporto per la difesa giuridica e collaborazione con studi legali
- Servizi di sicurezza aziendale e anti-sabotaggio
- Esempi di casi d’uso concreti
- Quando è utile coinvolgere un’agenzia investigativa
Cos’è il know-how aziendale e perché ha un valore strategico
Il know-how aziendale può essere definito come l’insieme di conoscenze, competenze ed esperienze operative di natura tecnica, commerciale o organizzativa che consentono all’impresa di operare in modo efficiente e distintivo sul mercato.
Non si tratta di un singolo documento o di un’invenzione isolata, ma di un patrimonio strutturato, spesso stratificato nel tempo.
A differenza di brevetti e marchi, il know-how:
-
non richiede registrazione;
-
può essere tutelato potenzialmente senza limiti temporali;
-
trae il proprio valore dalla segretezza.
Proprio questo ultimo elemento lo rende fragile: una volta divulgato o sottratto, il vantaggio competitivo può dissolversi in modo irreversibile.
I requisiti giuridici per la tutela del know-how
Affinché il know-how possa beneficiare della tutela prevista dal Codice della Proprietà Industriale, devono essere soddisfatti tre requisiti fondamentali, la cui prova grava sull’impresa.
Segretezza relativa e non assoluta
Le informazioni non devono essere generalmente note o facilmente accessibili agli operatori del settore. La segretezza non implica originalità assoluta, ma una non immediata conoscibilità da parte dei terzi.
Valore economico in quanto segrete
Il valore non deriva da una quotazione di mercato, bensì dal vantaggio competitivo che l’informazione garantisce all’impresa. Liste clienti, politiche di prezzo, strategie commerciali, procedure operative e dati sui fornitori rientrano frequentemente in questa categoria.
Adozione di misure ragionevolmente adeguate
È il requisito più critico e più spesso sottovalutato. Senza misure concrete e documentabili, il know-how non esiste giuridicamente, anche se di fatto è strategico.
A questi elementi si affianca un requisito implicito di individuatezza, ossia la capacità di identificare e descrivere in modo preciso le informazioni riservate.
La prevenzione come presupposto di ogni tutela
La giurisprudenza è costante nel ritenere che l’assenza di misure preventive renda inefficace qualunque azione successiva.
La tutela del know-how non è automatica, ma il risultato di una scelta organizzativa consapevole.
Misure giuridiche e organizzative
Rientrano in questa categoria:
-
clausole di riservatezza nei contratti di lavoro e collaborazione;
-
accordi di non divulgazione (NDA);
-
patti di non concorrenza validamente strutturati;
-
policy interne su classificazione delle informazioni, utilizzo dei sistemi informatici, gestione dei documenti;
-
protocolli di sicurezza e ordini di servizio.
Questi strumenti hanno una duplice funzione: prevenire comportamenti illeciti e dimostrare, in sede giudiziaria, che l’impresa considerava quelle informazioni effettivamente segrete.
Misure fisiche e tecnologiche
La protezione passa anche da scelte tecniche coerenti:
-
controllo degli accessi fisici e digitali;
-
autenticazione a più fattori;
-
crittografia dei dati sensibili;
-
sistemi di logging e monitoraggio;
-
limitazioni su download, upload e utilizzo di cloud personali;
-
regolamentazione chiara del BYOD.
La semplice presenza di una password, come chiarito più volte dai giudici, è del tutto insufficiente.
Tutela civile del know-how e strumenti d’urgenza
In caso di violazione, l’ordinamento civile mette a disposizione strumenti particolarmente incisivi.
Azioni previste dal Codice della Proprietà Industriale
L’acquisizione, l’utilizzo o la rivelazione abusiva del know-how è sanzionata anche quando il soggetto avrebbe dovuto essere consapevole dell’origine illecita delle informazioni.
Misure cautelari
Quando il rischio di dispersione delle prove è elevato, il ricorso a provvedimenti d’urgenza diventa decisivo:
-
descrizione, per acquisire e cristallizzare le prove;
-
sequestro, per sottrarre i mezzi della violazione;
-
inibitoria, per bloccare immediatamente l’uso del know-how sottratto.
Risarcimento del danno
Il danno può essere quantificato considerando:
-
spese sostenute;
-
mancato guadagno;
-
restituzione degli utili realizzati dal responsabile.
La tutela penale del know-how: un perimetro più ampio
Il diritto penale offre una protezione più estesa rispetto a quella civilistica. La nozione di segreto commerciale penalmente rilevante non coincide con quella prevista dal CPI, ma comprende tutte le informazioni per cui esiste un interesse giuridicamente apprezzabile alla segretezza.
I principali reati
Tra le fattispecie più rilevanti:
-
rivelazione di segreti scientifici o commerciali;
-
appropriazione indebita, applicabile anche ai file digitali;
-
accesso abusivo a sistemi informatici;
-
ulteriori reati contro la proprietà industriale.
Di particolare rilievo è l’orientamento che qualifica i file informatici come beni mobili, rendendo penalmente rilevante la loro sottrazione.
Reverse engineering e rilevanza penale
La giurisprudenza più recente ha chiarito che il reverse engineering, se finalizzato alla replica di un prodotto o processo coperto da segretezza, può costituire una modalità sofisticata di copia penalmente sanzionata.
Investigazioni e tutela del know-how: il ruolo decisivo della prova
Quando il sospetto diventa concreto, la differenza tra un’azione efficace e un contenzioso destinato a fallire risiede nella qualità delle prove raccolte.
Investigazioni informatiche forensi
Le attività di digital forensics consentono di:
-
ricostruire le timeline degli eventi;
-
individuare esfiltrazioni di dati;
-
effettuare copie forensi con catena di custodia;
-
correlare accessi, trasferimenti e utilizzi successivi delle informazioni.
Solo questo tipo di output ha un reale valore probatorio.
Preservazione dei dispositivi e dei log
Laptop, smartphone, account email e sistemi cloud devono essere preservati con metodologie forensi, evitando qualunque alterazione dei dati. Un intervento improvvisato può compromettere irrimediabilmente la prova.
Indagini preventive ed ex post
Le indagini non sono solo reattive. Policy chiare, sistemi di logging e controlli proporzionati consentono attività preventive lecite, fondamentali per dimostrare la segretezza e individuare anomalie in fase precoce.
Storno di dipendenti e sottrazione del know-how
Uno degli scenari più frequenti riguarda il passaggio coordinato di risorse chiave verso un concorrente.
In questi casi, la prova si fonda sulla ricostruzione di un disegno unitario, basato su:
-
tempistiche ravvicinate;
-
contatti pregressi;
-
ruoli assegnati;
-
utilizzo immediato di metodi e informazioni riservate.
L’attività investigativa consente di collegare i comportamenti individuali alla perdita del patrimonio informativo aziendale.
Per approfondire: Storno dipendenti e concorrenza sleale: ecco cosa sapere!
Investigazioni, compliance e prova della segretezza
Le indagini sono tanto più efficaci quanto più l’azienda ha investito in compliance. Policy IT, regolamentazione del BYOD, gestione degli accessi e classificazione delle informazioni non sono meri adempimenti, ma strumenti probatori che dimostrano l’adozione di misure adeguate.
Come l'agenzia investigativa Phersei può supportare la tutela del know-how aziendale
Nel contesto della protezione del know-how, la presenza di un’agenzia con competenze investigative può essere essenziale, soprattutto quando serve accertare fatti, raccogliere prove oggettive e costruire un quadro probatorio solido.
In particolare, l’agenzia può intervenire nei seguenti modi:
Raccolta di prove in caso di sospetta sottrazione o divulgazione non autorizzata
Se un dipendente, collaboratore o terzo ha potenzialmente sottratto documenti riservati, codici, piani o altre risorse strategiche, Phersei può avviare un’indagine mirata per ricostruire eventi, azioni e trasferimenti di informazioni, producendo un dossier con evidenze che possono essere utilizzate sia in sede civile che penale.
Indagini informatiche e forensi sui dispositivi digitali
L’agenzia svolge indagini digitali e forensi, cioè analisi su computer, server e telefoni per trovare tracce di accessi anomali, copie non autorizzate, trasferimenti di dati o attività sospette. Queste attività, condotte con tecniche di forensics, consentono anche di ottenere prove digitali utilizzabili in giudizio.
Verifica di comportamenti anomali o sleali in azienda
Quando si sospetta che un dipendente abbia violato obblighi di riservatezza, diffondendo know-how o utilizzandolo per conto di concorrenti, Phersei può condurre investigazioni aziendali mirate, ad esempio attraverso osservazioni, raccolta di testimonianze e analisi comportamentale, utili per supportare decisioni aziendali o iniziative legali.
Indagini di sicurezza e intelligence interna
L’agenzia fornisce servizi di business intelligence e valutazione dei rischi, compresi controlli su partner, fornitori o terze parti per verificare l’affidabilità e prevenire esfiltrazioni di know-how prima che si verifichino.
Supporto per la difesa giuridica e collaborazione con studi legali
Phersei è strutturata per collaborare con avvocati e professionisti legali, mettendo a disposizione rapporti investigativi redatti con linguaggio e criteri validi in sede giudiziaria; questo è fondamentale per alimentare una causa civile di risarcimento o una denuncia penale per reato di rivelazione di segreto commerciale o appropriazione indebita.
Servizi di sicurezza aziendale e anti-sabotaggio
Oltre alle investigazioni specifiche, l’agenzia offre anche servizi di security per aziende, che comprendono valutazione dei rischi, controlli fisici e tecnologici volti a prevenire ogni forma di perdita di informazioni sensibili o know-how strategico.
Esempi di casi d’uso concreti
Tra gli scenari in cui un’azienda potrebbe ricorrere a questi servizi:
-
verifica di assenteismo sospetto che nasconde attività esterne non dichiarate e potenziale esfiltrazione di informazioni sensibili;
-
indagini su concorrenza sleale o uso indebito di metodologie riservate da parte di ex dipendenti;
-
controlli forensi su dispositivi digitali per accertare trasferimenti non autorizzati di file riservati;
-
raccolta di prove per licenziamenti con giusta causa basati su uso improprio di know-how;
-
analisi di partner o fornitori prima di contratti strategici per ridurre il rischio di perdita di segreti aziendali.
Quando è utile coinvolgere un’agenzia investigativa
Un intervento professionale diventa particolarmente importante quando:
-
le prove devono essere acquisite in modo conforme alla legge, quindi spendibili in tribunale;
-
la sottrazione di know-how non è solo un sospetto, ma c’è la necessità di accertarne dinamiche e responsabilità;
-
i dati digitali devono essere analizzati tecnicamente e forensicamente per stabilire responsabilità e modalità di fuga di informazioni;
-
si devono supportare azioni civili o penali con una base probatoria solida.
Conclusione
La tutela del know-how aziendale non è un evento, ma un processo continuo. Prevenzione, governance delle informazioni, consapevolezza giuridica e capacità investigativa costituiscono un sistema unico e interdipendente.
Affidarsi al caso o confidare nella lealtà dei singoli significa esporsi a rischi difficilmente recuperabili. Al contrario, un approccio strutturato consente non solo di difendersi, ma di rafforzare l’affidabilità e l’autorevolezza dell’impresa, anche in sede giudiziaria.
La domanda cruciale, oggi, non è se il know-how possa essere tutelato, ma se l’azienda abbia fatto tutto il necessario per dimostrarlo.
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